04/03/2024
cotone di mussola

Hai mai sentito parlare del cotone di mussola? Si tratta di un tessuto naturale molto leggero, noto per essere anche fresco, traspirante e molto versatile. Le sue origini - come vedremo - sono oggetto di numerose leggende, ma è certo che questo prodotto, creato inizialmente dall’intreccio di fili seta, è stato via via prodotto con il cotone.

Ma cos’è, dove nasce e come si lavora? Vediamolo insieme, partendo dalla definizione per poi esplorare le sue origini e le lavorazioni più comuni.

Che cos’è la mussola di cotone e in cosa differisce dal cotone tradizionale?

Se dovessimo dare una definizione, potremmo definire la mussola di cotone come “un tessuto morbido e leggero, dall’armatura simile alla tela” (fonte Treccani.it).

Anche se la lavorazione prevede l’uso di fibra di cotone, tra mussola e cotone c’è un'importante differenza basata principalmente sulla texture. In particolare, la struttura della mussola è simile all'organza.

Perché si chiama cotone di mussola? 

Nella Mezzaluna fertile, sulle sponde del fiume Tigri, sorge Mosul. La città irachena, un tempo chiamata Ninive - un ricco centro dell’antica Mesopotamia - dà il nome alla mussola.

Il nome mussola deriva dalla città di Mosul, ma pare che l’origine di questo tessuto sia bengalese. Vanta una trama molto rada e semitrasparente –  così simile alle garze usate per medicare le ferite – e nasce a Dacca, la capitale dell’odierno Bangladesh, nel Golfo del Bengala.

Scopriamo insieme la storia, la lavorazione e l’utilizzo di questo tessuto antichissimo, amato da Maria Antonietta, indossato dalle signore di tutta Europa nell’800 e usato ancora oggi per realizzare camicette, abiti, teli, lenzuola e articoli per neonati.

La storia della mussola e del suo utilizzo

Oggetto di numerose leggende, la mussola è antichissima, tanto che lo stesso Marco Polo descrive un tessuto simile ne Il Milione (1298 circa) quando, visitando il reame di Mosul, racconta di panni di seta e d’oro: un tessuto molto fino e leggero che, quasi certamente, corrisponde alla mussola.

L’origine del cotone di mussola, però, è ancora più antica. Pare che già nel II secolo a.C., nella Valle dell’Indo, esistessero abiti realizzati con questo cotone e che nel IX secolo la mussola bengalese fosse commercializzata in tutta l’Asia Centrale. Inoltre, sembra che questo tessuto fosse usato anche come fondo per realizzare i Thangka, stendardi buddisti dipinti a mano, molto diffusi in Tibet, Bhutan e Nepal.

La prima mussola era nota col nome Mulmul (o Malmal) e si presentava come un tessuto intrecciato a mano, realizzato con i migliori filati, prodotti con un cotone coltivato nell’India orientale, lungo le rive del fiume Brahmaputra: il "Phuti karpas" (Gossypium arboreum var. neglecta).

Il “vento intrecciato” che conquista la corte del Re di Francia

Vista la sua leggerezza e semitrasparenza, la mussola era chiamata anche “vento intrecciato”.

A cavallo tra la metà del 1200 e i primi decenni del 1300, il poeta e studioso indo-persiano Amir Khusrau descriveva questo particolare tipo di cotone in questo modo:
il “tessuto del Bengala” la cui trama è così fine che il corpo è visibile attraverso di essa. Si potrebbe piegare un intero pezzo di questo tessuto all'interno dell'unghia, ma è abbastanza grande da coprire il mondo quando aperto.

Secoli dopo, sotto la Dinastia Moghul, conosciuta anche come Mughal (1526-1857), la mussola raggiunse una notorietà ancora più grande. Intrecciato a mano, questo cotone dava forma alle Jamdani, un tessuto colorato e decorato con fili d'oro, la cui lavorazione è stata poi dichiarata Patrimonio Culturale Immateriale dell'Umanità dall'UNESCO.

Fra il XVII e il XVIII secolo, il cotone di mussola arrivò in Europa e la sua popolarità si diffuse, anche grazie alla Regina di Francia, Maria Antonietta. Trend setter dai gusti eccentrici e provocatori, Marie Antoinette influenzò la moda di tutte le corti europee e contribuì a far conoscere à la noblesse dell’epoca il cotone di mussola.

Il tessuto a quel punto divenne parte integrante del corredo della nobiltà del Vecchio Continente, conquistando anche Giuseppina e Paolina Bonaparte. La moda dei primi dell’800 era chiara: giovani e meno giovani indossavano rigorosamente abiti in mussola e  di cotone, leggeri e impalpabili.

Non a caso, nei ritratti delle dame dell’epoca - che possiamo ammirare ancora oggi - spiccano abiti stile impero con teneri sbuffi e panneggi delicati dai toni chiari o bianchi, che accarezzano il corpo in dolce contrasto con le spalle nude e il collo scoperto.

Il cotone di mussola oggi

L’antichissima lavorazione a mano della mussola del bengala si è persa nei secoli. 200 anni fa fu sostituita da quella industriale, iniziata fra il 1700 e il 1800 nel Regno Unito, anche se oggi alcuni ricercatori stanno lavorando per recuperare le tecniche del passato.

Oggi troviamo la mussola in diversi settori. Si usa spesso per confezionare gli abiti dei bambini, per l’abbigliamento estivo da donna e per foulard e fazzoletti. Oltre all’abbigliamento, la mussola di cotone si utilizza molto per la realizzazione di sacchetti e packaging esclusivi. Tutti prodotti che in Sacchetti di Tessuto realizziamo con cotoni certificati OEKO-TEX®, GOTS (Global Organic, Textile Standard) ed EcoCert.

Che cosa sono le mussole per neonato?

A proposito dei suoi molteplici utilizzi, il cotone di mussola si usa per produrre biancheria, teli, lenzuola e tessuti per i neonati. Essendo morbido, assorbente, traspirante e resistente, questo tessuto veniva spesso utilizzato dalle nostre nonne nella cura dei bebè.

Le mussole per neonato, in particolare, sono copertine di misura variabile (70x70 cm o 120x120 cm) che si possono utilizzare per avvolgere i piccoli nel momento della nanna o come copertine all’ora della pappa o dell’allattamento.

 

Mussola, mussolina e bisso

Non solo cotone di mussola. In commercio esiste anche una versione ancora più leggera: la mussolina. La mussolina è fine e sottile, come il bisso di cotone. Quest’ultimo è un tessuto molto difficile da trovare e non va confuso con il bisso ricavato dal mollusco Pinna nobilis, da cui si ottiene una fibra dorata, simile alla seta. Noto col nome “filo dell’acqua” e impercettibile al tatto, il bisso raccolto dal grande bivalve si usava per confezionare gli abiti di Re e potenti del passato!

Lavorazione della mussola

Il tessuto di mussola può essere di cotone, ma anche di lana, fibre di seta e fibre miste.

Seppur leggero, si può tingere, ricamare e stampare, anche con la serigrafia. Il suo peso varia fra i 50 e i 90 grammi al metro quadrato e perché un tessuto sia definito mussola, deve rispettare alcuni requisiti:

  • i fili di trama che lo compongono devono essere più sottili di quelli dell’ordito;
  • la sua densità deve essere di circa 26 fili e 24 trame al centimetro.

Cosa cucire con la mussola?

Come abbiamo visto con la mussola si possono creare capi d’abbigliamento e prodotti esclusivi per il packaging. Il tessuto si può cucire per realizzare capi per i più piccoli, pantaloni, camicie e abiti alla moda. Alcuni creano anche pannolini, cuscini, bavaglini, giocattoli e copertine per i bebé. Un prodotto, dunque, molto versatile e apprezzato.

Come si lava la mussola di cotone?

La mussola è un tessuto resistente ma, data la sua leggerezza, va trattata con cura. Si può lavare sia a mano che in lavatrice, accertandosi di non superare il 40° di temperatura.

In lavatrice si può usare la centrifuga, ma è bene limitare al minimo il numero dei giri e se si lava a mano, la mussola non va strizzata. È meglio evitare l’asciugatrice, perché tende a seccare i tessuti.

La mussola si può stendere ad asciugare, ma non va esposta direttamente al sole. Si può stirare, ma è consigliabile farlo quando il tessuto è ancora umido, ponendo un panno tra il capo di cotone di mussola e il ferro da stiro.

mussola di cotone

Perché preferire la mussola agli altri tessuti?

Simile all’organza, che è in poliestere, la mussola è un tessuto di origine vegetale. Entrambe hanno struttura e fattezza simili: sia organza che mussola sono semi-trasparenti.

Tuttavia, mentre la prima è un tessuto sintetico, la mussola è una fibra naturale realizzata con cotone. In particolare, i sacchetti di cotone di mussola che produciamo in Sacchetti di Tessuto sono tutti certificati.

Una curiosità! Si dice che già gli antichi Romani conoscessero la mussola e che la chiamassero “aria tessuta”. Era così amata dalle matrone da dar vita a una leggenda secondo cui, a Roma, un’oncia di mussola si vendesse per un’oncia d’oro!

Sacchetti in mussola: per quali settori sceglierli? 

Come abbiamo visto, la mussola è un tessuto che si adatta a più esigenze. La sua eleganza e leggerezza non devono trarre in inganno: la mussola in cotone, infatti, è molto resistente e sopporta bene il peso. In ambito commerciale i sacchetti in mussola di cotone si possono utilizzare come:

  • bomboniere per battesimi, comunioni, cresime, matrimoni, compleanni e altri eventi speciali;
  • contenitori per abiti neonato: un sacchetto per contenere abiti e accessori per bebè, un’idea creativa per un brand di moda o uno stilista; 
  • contenitore per piccoli accessori moda: un sacchetto personalizzato con mussola di cotone è interessante anche per custodire piccoli gioielli artigianali o accessori moda come cinture e sciarpe; 
  • beauty e cosmesi: il cotone di mussola è perfetto per chi cerca un packaging di tessuto elegante, per mettere in risalto il prodotto con un effetto vedo non vedo, senza rinunciare alla sostenibilità.

In Sacchetti di Tessuto realizziamo sacchetti di tessuto di diverse forme e colori, completamente personalizzati. Selezioniamo materiali sostenibili e privilegiamo le lavorazioni in piccole quantità per darti un prodotto robusto, su misura e rispettoso dell’ambiente.

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