
Dopo aver parlato del cotone, continuiamo la nostra rubrica vi raccontiamo la storia di un altro tessuto: il lino. Nato come benda per il rivestimento delle mummie nell'Antico Egitto, il lino si è distinto nel corso dei millenni per le sue tantissime proprietà, che oggi lo rendono uno dei tessuti più antichi, resistenti ed ecologici in circolazione.
Dalla biancheria alla cucina, da tessuto per l’arredamento - per tende, poltrone tappeti e arazzi - al packaging di tessuto ecologico, fino ad arrivare al settore moda: sono tanti i campi di utilizzo di questo tessuto sostenibile.
Andiamo a conoscere la sua storia.
La storia del lino e del suo utilizzo
Il tessuto di lino deriva dalla pianta
Ad oggi le tecniche di coltura, raccolta e lavorazione continuano a progredire per rendere il lino un tessuto moderno che risponda alle esigenze dei consumatori, che oggi richiedono sostenibilità, ma anche qualità e bellezza.
Oltre ai tessuti - utilizzati per la moda, il packaging e l’arredamento - la stoppa del lino viene utilizzata anche per produrre carta e per la creazione di corda e spago.
Lavorazione del lino
La pianta del lino cresce fino a 1,2 m di altezza ed è coltivata sia per i semi che per la fibra da cui si ricavano i tessuti. Le coltivazioni si trovano in Europa e in Egitto, ma i tempi e le modalità di trattamento differiscono leggermente: ad esempio la semina in Europa si effettua a marzo, in Egitto a gennaio. Una delle prime fasi di lavorazione è la macerazione, ovvero un’esposizione prolungata del gambo all’umidità. In Europa, la macerazione viene fatta a terra: gli steli vengono distribuiti uniformemente su un campo dove, per 2-3 settimane, vengono sottoposti a una combinazione di aria, sole e rugiada che provoca la fermentazione utile a sciogliere gran parte del gambo. In Egitto, la pianta del lino viene estirpata e immersa in acqua, possibilmente stagnante, per macerare e produrre fibre di altissima qualità.
Dopo il processo di macerazione, gli steli vengono fatti asciugare tramite procedimenti naturali, cioè all’aria aperta, o meccanicamente. Se alla fine del processo rimangono legnosi e si attaccano ancora alle fibre di lino, gli steli vengono ulteriormente spezzati nel processo di stigliatura.
Da questo processo si ottiene una fibra grossolana composta da una fibra lunga e legnosa e da una fibra corta. Entrambe vengono poi raddrizzate con particolari passaggi perché diventino uniformi ed omogenee.
A questo punto la fibra è pronta per essere filata e per diventare un indumento intimo, un tessuto pregiato o un grazioso sacchetto in lino puro per l’abbigliamento.
Lavaggio del tessuto
Il tessuto in lino è resistente, ma tende a sgualcirsi se riposto male o se lavato. I tessuti in lino bianchi e candeggiati possono essere lavati a una temperatura massima di 60°C. I tessuti colorati invece tendono a rilasciare colorazione durante il lavaggio, per cui è meglio, per i primi lavaggi, separarli dagli altri capi, soprattutto da quelli bianchi. Inoltre, devono essere lavati con un detersivo per capi delicati, senza sbiancanti, a una temperatura non superiore a 40°C.
Per l’asciugatura bisogna strizzare per bene il tessuto e stenderlo al sole evitando pieghe che portino facilmente a stropicciature o aloni di umidità. Anche la stiratura necessita di attenzione: bisogna passare il ferro caldo sul tessuto ancora un po’ umido e girato al rovescio.
Perché preferire il lino agli altri tessuti
Il lino è uno dei tessuti più resistenti che esistano grazie alla sua componente cellulosica che rinforza le fibre. La trama non troppo stretta rende il tessuto di lino traspirante, leggero e fresco al tatto. Ha proprietà isolanti, termoregolatrici e di assorbimento dell’umidità, che lo rendono una fibra ideale sia per l’abbigliamento che per la biancheria per la casa.
È anche definito
Un sacchetto in lino puro si adatta perfettamente al confezionamento di accessori per la moda, di cosmetici bio, di prodotti per la cura del corpo e per contenere prodotti alimentari preconfezionati.