02/05/2023
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La sostenibilità aziendale nel settore della moda è un tema di grande attualità. Sebbene, infatti, l'industria del Fashion oggi generi un fatturato altissimo (che si aggira intorno ai 2 trilioni di dollari) e impieghi oltre 300 milioni di persone, questa è anche una delle industrie manifatturiere più inquinanti al mondo. Secondo l'ultimo rapporto delle Nazioni Unite, infatti, ogni anno il settore produce circa 5 miliardi di tonnellate di CO2, ovvero quasi il 10% delle emissioni globali. Per invertire questa tendenza, nel 2018 è stata stipulata la Carta per l’Azione Climatica dell’Industria della Moda e le aziende stanno adottando alcune buone pratiche per rispettare il pianeta. Vediamo meglio di cosa si tratta, partendo dall’impatto della moda sull’ambiente.

Quali sono i problemi ambientali e sociali causati dall'industria della moda?

Come abbiamo anticipato, l'industria della moda contribuisce in modo significativo all'inquinamento del nostro pianeta. A sostegno di questa tesi, oltre al rapporto delle Nazioni Unite, si aggiunge un'ulteriore ricerca, The State of Fashion, diffusa dalla società multinazionale di ricerca McKinsey

Secondo questo documento le aziende del settore dovranno superare diverse sfide, “prendere sul serio le loro responsabilità aziendali” e intraprendere dei cambiamenti per favorire la sostenibilità, il riciclo e combattere l'inquinamento. Cosa si intende, nello specifico, con responsabilità aziendali?

Per il centro di ricerca londinese Centre for Sustainable Fashion, i principali problemi collegati all'industria della moda sono:

  • Cambiamenti climatici. Confermato anche dal rapporto delle Nazioni Unite, per cui “l'universo moda è uno dei business più inquinanti al mondo”. Nel documento si legge anche che “se non si inverte sin da ora questa tendenza, le emissioni di CO2 prodotte sono destinate a crescere ulteriormente nei prossimi anni”.
  • Sfruttamento delle risorse idriche. Per esempio, secondo la ricerca Quant'acqua sfruttiamo, condotta dal SERI - Sustainable Europe Research Institute “per produrre una sola t-shirt servono 2700 litri d'acqua, dalla cura della piantagione del cotone, passando per i trattamenti fino ai lavaggi finali. Una quantità enorme, pari al fabbisogno di una persona per ben 3 anni”.
  • Sfruttamento del suolo. Per il Centre for Sustainable Fashion lo sfruttamento intensivo della terra accelera la perdita della biodiversità. Una tendenza che deve essere superata il prima possibile per preservare il suolo, a favore di coltivazioni sempre più sostenibili. 
  • Inquinamento da pesticidi. Per la manifattura del cotone viene utilizzata un'enorme quantità di prodotti chimici, tra i maggiori responsabili dell'inquinamento delle acque. In Europa i pesticidi sono stati vietati ma in altri Paesi, come l'India, ancora no. A questo si aggiunge un ulteriore problema sociale: i lavoratori, infatti, spesso li utilizzano in quantità massicce e senza protezioni. Per questo motivo, noi di Sacchetti di Tessuto abbiamo scelto di produrre utilizzando cotone naturale certificato Oeko-tex®. 
  • Uso eccessivo di combustibili fossili. Fabbricare e trasportare nel mondo i capi di moda presuppone l’impiego massiccio di combustibili fossili, che impattano negativamente sull'ambiente.
  • Sprechi. Le aziende producono molto più di quanto davvero vendono e molti capi finiscono in discarica. Per il Centre for Sustainable Fashion si parla di quasi 13 milioni di tonnellate di capi all'anno per i soli Stati Uniti.
  • Lavoro forzato. Ancora oggi nel settore moda si parla di lavoro forzato e sfruttamento minorile. Per esempio, secondo le indagini del movimento internazionale Fashion Revolution, in Guandong (Cina) “il 60% delle giovani donne lavoratrici non ha un regolare contratto”.

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Come diventare più sostenibili?

I problemi analizzati finora incidono negativamente sul benessere del pianeta con ripercussioni ambientali e sociali, che ricadono sui lavoratori e sugli animali. Impegnarsi in pratiche sostenibili significa, dunque, valutare diverse soluzioni alternative tra cui:

  • riduzione degli sprechi, producendo meno prodotti e mettendo in atto pratiche di riutilizzo e riciclo creativo;
  • utilizzo di materiali eco-friendly, tra cui tessuti ecosostenibili e fibre riciclate;
  • sostegno alle produzioni locale, per ridurre l'inquinamento causato dai trasporti (e quando questo non può essere possibile investire comunque su trasporti sostenibili);
  • riduzione degli imballaggi scegliendo un packaging sostenibile.

L'impegno delle aziende e gli obiettivi della Carta per l'Azione Climatica

Alle buone pratiche appena citate, si aggiunge l’impegno promosso dalla Carta per l’Azione Climatica dell’Industria della Moda. Un documento nato nel 2018, che contribuisce alla lotta alla crisi climatica. Lo fa delineando 16 obiettivi da raggiungere, tra cui:

  • la scelta di materiali sostenibili e provenienti da fonti di energia rinnovabile entro il 2030;
  • la selezione di partner logistici in grado di garantire trasporti a basse emissioni di carbonio;
  • la collaborazione con politici e comunità finanziarie per promuovere l'economia circolare;
  • eliminare l'uso del carbone nelle fasi di produzione;
  • la sensibilizzazione dei consumatori rispetto alle tematiche ambientali.

A oggi sono 130 i produttori e 41 i fornitori che hanno aderito al programma, tra cui grandi brand come Adidas, Nike, Puma, Burberry, H&M e Chanel. Il loro obiettivo è:

  • trovare delle strategie per rafforzare nuovamente il suolo (seguendo sistemi di agricoltura rigenerativa);
  • investire su tessuti naturali o innovativi;
  • ridurre il più possibile gli spostamenti e i trasporti, ottimizzando la gestione delle catene di fornitura;
  • avviare pratiche di riutilizzo e circolarità dei prodotti di abbigliamento.

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Aziende di moda sostenibili: alcuni esempi di successo

Stella McCartney, Gucci, Prada sono solo alcuni dei grandi nomi che hanno intrapreso importanti cambiamenti nei loro metodi di produzione. Sono andati alla ricerca di materiali più sostenibili, sperimentando nella realizzazione di nuovi tessuti naturali, oltre a ricercare soluzioni carbon free e idonee allo smaltimento degli scarti. 

In particolare, dal 2018, Stella McCartney sta valutando l'utilizzo di materiali alternativi (come i funghi) nelle sue collezioni, mentre Dior si è impegnata nella protezione delle risorse naturali, dal cotone alla seta, utilizzando design ecologici per i capi di moda e le confezioni. Prada, invece, sta lavorando a un materiale rigenerato, l’ECONYL®, prodotto attraverso il riciclaggio e la purificazione dei rifiuti di plastica raccolti in mare, comprese le reti da pesca. Gucci, infine, ha annunciato l'apertura del primo hub per il lusso circolare: si trova in Toscana e permette alle persone di portare i loro capi griffati per ripararli, riciclarli o dare loro una nuova vita. Un progetto simile a quello di H&M. Il brand svedese, infatti, dal 2013 incoraggia i propri clienti a riportare nei loro negozi i capi inutilizzati. Se nuovi, verranno venduti come prodotti di seconda mano; se danneggiati, invece, verranno convertiti in altri prodotti tessili o riciclati per realizzare materiali isolanti.

La sostenibilità: un legame sempre più forte tra aziende e consumatori

Il 65% dei consumatori ha a cuore l'ambiente e “le tendenze di acquisto nel settore moda dei consumatori in tutto il mondo saranno sempre più dettate da scelte che favoriscono pratiche più sostenibili”. È questo che emerge dal rapporto How Brands Can Embrace the Sustainable Fashion Opportunity di Bain & Company e WWF Italia, secondo cui sempre più persone acquisteranno abiti e accessori in base all'impegno ambientale e sociale del marchio. 

Anche le piccole e medie aziende della moda e le realtà che collaborano con questo mondo (come fornitori e commercianti) possono contribuire positivamente alla lotta contro il cambiamento climatico scegliendo, per esempio, il packaging giusto, realizzato con un materiale riutilizzabile e amico del pianeta per perseguire l’obiettivo di una moda sostenibile

Alcune idee utili possono riguardare l'uso di:

  • Shopper di cotone. Si possono utilizzare in alternativa alle borsine monouso per la spesa o come pacchetto regalo originale di un capo d'abbigliamento.
  • Sacchetti in finta pelle bianca. Ideali per gli accessori moda luxury, i sacchetti in finta pelle sono perfetti per conservare i capi quando non si utilizzano, tenendoli al riparo da polvere e graffi.
  • Zaini in cotone canvas. Sacchetti sostenibili, robusti e versatili che possono essere impiegati nei negozi sportivi e per un pubblico giovane. Un sacchetto di questo tipo, per esempio, è perfetto per contenere accessori e capi di moda; una volta a casa si può riutilizzare come comodo zaino a tracolla.
  • Borse in rete di cotone ecologico. Le borse in rete sono uno dei trend degli ultimi anni, utilizzatissime in spiaggia (al posto della classica borsa mare), per fare la spesa o come accessorio di moda.
  • Sacchetti di canapa. Un materiale naturale molto pregiato e resistente, perfetto per conservare le calzature. Si può riutilizzare in modo creativo come beauty case, astuccio o come sacchetto da tenere in borsa per avere sempre a portata di mano oggetti d'uso quotidiano.

L'ideale è scegliere soluzioni naturali, che rispettano il pianeta e Made in Italy – proprio come i nostri sacchetti - per ridurre anche le emissioni prodotte dai trasporti.

Un sacchetto di tessuto per migliorare la sostenibilità aziendale

Scegliere un sacchetto di tessuto sostenibile è un buon passo per ridurre gli sprechi e contribuire al rispetto per l'ambiente. Scopri nel nostro catalogo tutti i packaging sostenibili che puoi utilizzare per la tua azienda di moda o nel tuo negozio!